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Gruppo del Fitz Roy –

 

 

Il Gruppo del Fitz Roy si presenta come un castello di guglie granitiche affilate come coltelli, incrostate di ghiaccio e caratterizzate da enormi placche di roccia compattissima, solcate unicamente da sottili crepe e da incisioni che procedono per decine e decine di metri: E’ forse ciò che l’alpinismo immagina sempre nei suoi sogni visto tradotto in realtà. Ma purtroppo queste montagne sembrano essere gelose della loro bellezza quasi perfetta e selvaggia e si difendono assai bene dagli assalti degli alpinisti. Molte spedizioni non solo non sono riuscite nei loro intenti, ma a causa delle pessime condizioni meteorologiche non sono neanche riuscite a portarsi agli attacchi delle pareti!.

Non per nulla i problemi rimasti insoluti sono ancora moltissimi, ma… “pochi sono gli alpinisti che intendono rischiare il tempo ed il denaro necessari in una spedizione in Patagonia. E’ un fatto che su tre mesi di permanenza in queste zone ci si può considerare fortunati ad avere una settimana di bel tempo”. (Doug Scott, Le Grandi Pareti).

Una immensa landa ghiacciata, detta appunto lo Hielo Continental, separa verso Sud le due catene principali della Patagonia e molte sono ancora le vette da salire in questa zona. Ma la traversata dello Hielo Continental è già di per sé un’avventura di prim’ordine, degna delle esplorazioni polari.

Il gruppo principale è quello del Fitz Roy, che culmina appunto con la vetta di tal nome a 3374 metri.

E’ doveroso ricordare i viaggi e le esplorazioni che Padre De Agostini effettuò in tutta questa regione. Gli alpinisti si trovarono poi molto avvantaggiati dalle notizie che De Agostini diffuse nei suoi scritti.

 

Percorrendo le date della storia alpinistica del Gruppo del Fitz Roy.

 

1937 - Ettore Castiglioni partecipa a una campagna di esplorazione nella regione del Fitz Roy, in Patagonia e ne aveva studiato una via di salita.

 

1962 - Dobbiamo segnalare la prima salita della Aiguille Poincenot (3040 m.) realizzata da Don Whillans e Frank Cochrane.

 

1968 – febbraio. Importante anche la prima salita della Aguja Saint Exupéry (2680 m.) realizzata da una spedizione italiana composta da alpinisti triestini: Gino Buscaini, Silvia Metzeltin, Lino Candot, Silvano Pirigoi e Walter Romano.